Saluti del Segretario Generale (Ulisse) e del Comitato Centrale

(nuovo)Partito comunista italiano

Comitato Centrale

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Sabato 17 luglio 2020

Saluto del compagno Ulisse segretario generale del CC del (nuovo)PCI alla riunione di Conclusione del primo corso della Scuola di base Anton Makarenko

 

Cari compagni,

ringrazio il compagno Tommaso Bolognesi e in generale i compagni del Partito dei CARC che ci danno la possibilità di intervenire alla riunione con cui concludete il primo corso della Scuola di base A. Makarenko.

Il (n)PCI ha seguito con attenzione il corso che avete fatto e si congratula che lo avete condotto a termine nonostante gli ostacoli sorti a causa dell’epidemia e nonostante le misure di confinamento imposte dal governo M5S-PD, alcune delle quali volte più a soffocare la resistenza delle masse popolari che a impedire il contagio e a curare i sintomi.

Ora voi, alunni e insegnanti, avere acquisito conoscenze e un’esperienza che dovete portare nell’attività verso le masse popolari e nell’attività di Partito, da veri comunisti. Noi abbiamo bisogno che corsi come quello che voi avete fatto per primi si moltiplichino.

La Scuola di Base Makarenko organizzata dal Centro di Formazione del Partito dei CARC per insegnare a leggere e scrivere e la storia a suoi membri e simpatizzanti ha a che fare sia con il problema generale della formazione delle nuove generazioni, dal concepimento all’età adulta (questione sulla quale in vista del Governo di Blocco Popolare e della resistenza delle masse alla crisi dobbiamo elevare la nostra comprensione e migliorare la nostra linea) sia, più nell’immediato, con la formazione dei compagni che si arruolano nelle file della Carovana del (n)PCI. La Scuola di Base è uno dei modi in cui oggi la Carovana del (n)PCI fa fronte praticamente al sistema con il quale la borghesia imperialista impedisce alle masse popolari l’accesso agli strumenti necessari per pensare, per conoscere il mondo e trasformarlo: l’istruzione pubblica è una componente importante di questo sistema a cui negli ultimi decenni si è aggiunto il “mondo virtuale” che nella formazione della coscienza di molti si sostituisce in larga misura al mondo reale.

Nel saluto alla presentazione della Scuola scrivevo che “la rivoluzione socialista per sua natura si basa sulla coscienza delle masse popolari”. Questo è vero nel senso che la rivoluzione socialista non avanza senza il partito comunista che fa valere la concezione comunista del mondo come guida dell’attività delle masse popolari. È vero nel senso che la transizione dal capitalismo al comunismo comporta la partecipazione crescente della massa della popolazione alla gestione della vita sociale e al patrimonio culturale della società. Ma è fuorviante se inteso nel senso che il cambiamento della coscienza della massa della popolazione è la premessa della rivoluzione socialista. In realtà la borghesia e il clero finché comandano hanno un ruolo importante nella formazione della coscienza delle masse popolari, al punto che gli opportunisti in certi periodi prendono a pretesto l’arretratezza della coscienza delle masse per rinunciare alla rivoluzione socialista e quelli che si sforzano di trasformare la coscienza delle masse a premessa della trasformazione della loro attività, perdono tempo. Noi dobbiamo dare per scontato che le masse popolari sono manipolate da borghesia e clero. Lenin nel Che fare? (1902) scriveva addirittura che “il 999 per mille del popolo russo è abbrutito fino alle midolla dalla servitù politica e dalla totale incomprensione dell’onore e del legame di partito”. Chi vuole masse popolari non manipolate, non è materialista dialettico nella sua condotta, fantastica. Le fonti della coscienza e della condotta delle masse popolari sono tre: l’esperienza diretta, a cui ognuno reagisce intellettualmente e nella pratica, in modi propri di ogni individuo stante la sua formazione; l’influenza che la classe dominante (borghesia e clero) esercita su di esse, in sintesi il regime di controrivoluzione preventiva; l’influenza che il movimento comunista  cosciente e organizzato esercita sulle masse popolari.

Noi comunisti siamo promotori e dirigenti della guerra popolare rivoluzionaria contro la Repubblica Pontificia per instaurare il socialismo. Dobbiamo avere chiaro che nessuna manipolazione delle coscienze e dei sentimenti cancella nelle masse popolari l’esperienza pratica dell’oppressione e dello sfruttamento e far leva sul contrasto che si crea tra esperienza e coscienza manipolata. L’esperienza alimenta in ogni individuo e in ogni gruppo sociale delle masse popolari la resistenza e la ribellione che noi possiamo e dobbiamo far confluire nella rivoluzione socialista.

Ma dobbiamo avere altrettanto chiaro che la rivoluzione socialista non è il risultato della coscienza e dell’organizzazione rivoluzionaria delle masse popolari: la rivoluzione socialista è il risultato della coscienza e dell’organizzazione dei comunisti e crea coscienza e organizzazione rivoluzionarie nelle masse popolari.

Nel lavoro verso individui, gruppi, organismi e movimenti, noi comunisti promotori e dirigenti della guerra popolare rivoluzionaria non dobbiamo tenere conto principalmente (e tanto meno esclusivamente) di quello che dicono, di quello che pensano di sé, di quello che credono di fare. Di questo dobbiamo tener conto solo in seconda istanza e soprattutto capire in che senso la coscienza di ciascuno evolve e perché. Nell’immediato dobbiamo tener principalmente conto del ruolo che individui, gruppi, organismi e movimenti effettivamente esercitano sul corso delle cose nel contesto concreto in cui operano, di come il Partito è capace di valorizzare la loro attività, di cosa il Partito è capace di portarli a fare.

Ma cosa rende il Partito capace di comprendere, di valorizzare e di far fare? La capacità del Partito dipende dal livello a cui ha assimilato il materialismo dialettico e lo usa come metodo per comprendere e metodo per trasformare. Il Partito, ogni organismo e ogni suo membro assimilano il materialismo dialettico e imparano ad usarlo nel conoscere (nel fare inchiesta e nell’elaborare i risultati dell’inchiesta propria e di altri) e nel trasformare (individuare linee d’azione, definire e assegnare compiti, predisporre i mezzi necessari per attuarli, infondere slancio in chi li deve attuare, sostenere il suo sforzo, ecc.), nel dibattito delle istanze del Partito, con lo studio, nel percorso di riforma intellettuale e morale, con l’esperienza: provando e correggendo.

Se la coscienza degli individui, gruppi, organismi e movimenti di cui il Partito deve valorizzare l’azione non è l’elemento più importante, la coscienza dei membri del Partito, dei suoi organismi e del Partito nel suo complesso è invece il fattore decisivo del successo della guerra popolare rivoluzionaria.

Avanti quindi nell’applicare quello che avete imparato e che si moltiplichino le scuole come la Scuola di base Makarenko!

Questo è l’augurio che faccio a nome del nuovo Partito comunista italiano e vi ringrazio per la vostra attenzione.

Compagno Ulisse, segretario generale del CC del (n)PCI.